News istituzionali



Corso aggiornamento guide il racconto di Andrea Sarchi

Corso aggiornamento guide lombardia

Il report di Andrea Sarchi, Presidente della CTN, sul corso di aggiornamento guide che si è svolto a Cadarese (VB).

Sono appena tornato a casa dall'aggiornamento delle Guide Alpine lombarde con un sentimento di entusiasmo, eccitazione e stanchezza tipico delle grandi occasioni. Queste due giornate me le ricorderò sicuramente, due giornate di quelle che non capitano poi così tanto spesso. Questa incombenza dell'aggiornamento, si sa, è sempre un momento critico sia per chi lo deve immaginare e realizzare ma anche per chi lo deve accettare e subire. Bisogna trovare gli argomenti giusti, le date più appropriate, il posto che si presti, i docenti simpatici e sul pezzo e addirittura le giuste sinergie tra i partecipanti.

Questa volta ci ho dedicato tanti pensieri con grande anticipo, me lo sono immaginato poco alla volta inserendo di volta in volta qualche dettaglio in più. Ne ho parlato con Davide davanti ad un piatto di pasta fumante in un locale tipico della Old Morbegno. Gli ho detto che avrebbe dovuto essere lui il regista. L'avevo visto all'opera nell'ultimo corso di formazione per Guida Alpina, in cui lui era allievo, ed assieme ai suoi compagni di corso ci aveva presentato una sessione didattica sull'arrampicata "Trad". Avevo molto apprezzato la freschezza e la spontaneità di quelle due giornate.
Abbiamo subito deciso di spostare il teatro delle operazioni dalla Val di Mello alla Val Formazza, Cadarese, Esigo. In queste zone sia la natura che gli insediamenti umani sembrano essersi fermati a tempi remoti. Cadarese è in valle Antigorio, ci sono la centrale idroelettrica, le terme e le bellissime pareti, immerse nei boschi di faggio, che si raggiungono su antichi sentieri scavati nella pietra. Esigo è in Valle Devero, si cammina un'oretta, se si hanno le chiavi della stanga della strada forestale, e quando arrivi ti sembra di essere sbarcato in Yosemite.
Un posto di classe.

L'arrampicata Trad, che sta al posto di tradizionale, non è altro che l' arrampicata in fessura senza protezioni fisse ma utilizzando tutta la gamma di attrezzature esistenti sul mercato per proteggersi. Obbiettivo raggiungere la sosta nella maniera meno dispendiosa utilizzando la migliore tecnica che per progredire nelle fessure è sicuramente molto particolare e specifica. E poco conosciuta. Il tutto condito con un po' di sana adrenalina aggiuntiva in quanto, eventualmente dovesse andare male qualcosa, non si precipita sugli spit, ma ben si su di un friend che hai piazzato tu e... chi può dire. Il "Trad" è diventato un fenomeno che sta conquistando un buon numero di appassionati, quasi una moda, anche se in realtà si fa esattamente quello che si è sempre fatto. Ma si sa anche che nella vita le novità vere non esistono più di tanto, si tratta solamente di rimettere al centro dell'attenzione cose già viste che con il tempo sono state dimenticate e si sono sbiadite.
Allora questo stile di arrampicata è stato rispolverato e rivestito con colori nuovi. Si arrampica in braghe lunghe e larghe e spesso in camicia a scacchi. E' stata inventata la crack machine che mette in riga tutte le diverse tipologie di incastri, dai più piccoli di mignolo ai più grandi, componendo varie parti del corpo abbinate assieme, con strisce di colore che indicano le misure dei friend da inserire a colpo d'occhio. Si hanno a disposizione un gran numero di attrezzi di protezione con ogni genere di meccanismi e funzionamento, di misure e di colori variegati. Da quelli grandi come un bottone dei polsini a quelli che potresti aprire come un piccolo ombrello per ripararsi dal sole. Anche le scarpette non sono le stesse ma sono specialistiche "TC pro" più alte, riparate, con la punta ribassata e rigide come uno stivaletto malese. E che dire delle mani che vanno avvolte con dei guantini in gomma che lasciano libere le dita e che avvolgono il dorso e le parti coinvolte nei dolorosissimi incastri, a meno che non si decida di perdere un buon venti minuti per avvolgerle, con tecnica speciale, con il cerotto degli infermieri con l'odore di ospedale che fa più figo e professionale.

Davide e Kurt, giovani guide freschi di nomina e già proiettati verso il futuro, hanno esposto la faccenda con quella determinazione e quella baldanza, caratteristica di chi sa il fatto suo, senza naturalmente dimenticare la sequenza didattica più appropriata, che ha avuto il potere di catturare l'attenzione e l'immaginazione dei presenti.
Cege e Adriano, "istruttori anziani", capelli brizzolati, presa di acciaio e tecnica sopraffina che a guardarli ci si domanda come sia possibile che l'azione del tempo abbia avuto così poco effetto su di loro. Sono stati la dimostrazione di come la passione e l'ardore siano alla base delle azioni degne di considerazione e ammirazione.
Le guide da aggiornare sono arrivate da tutti gli angoli della Lombardia affrontando un viaggio non indifferente. Qualcuno, di sicuro, si è anche domandato che bisogno c'era di fare tanta strada. C'era l'alta val Camonica con Renzino, c'erano esponenti di spicco della Bresciana con Guido e Robertino, c'erano un paio di bergamaschi, Ugo e Mattia, la Val Sabbia con Ettore, lo zoccolo d'acciaio della Val Malenco con Michele e Paolo, il Mellico Jacopo, Eugenio la matricola di Lecco, Marco, piemontese della lombardia e ultimo ma in testa il Presidente milanese del Collegio Luca. Un gruppo molto ben assortito. Tutti si sono cimentati strisciando e qualche volta imprecando in silenzio dentro le fessure più o meno profonde, più o meno larghe, più o meno dritte. Jam crack, ring lock, chicken wings, bomber fingers, offwidth tutti nomi misteriosi di origine lontana ed ignota che indicano alcuni metodi con cui ci si struscia e si procede centimetro per centimetro dentro queste fessure che madre natura ha tracciato sulle grigie e levigate lavagne di granito della val Formazza. Tuttavia, qualcuno, duro, non ne ha voluto sapere e ha affrontato, quasi volesse allargarle, tutte le fessure con la tecnica dei nostri padri, la famosissima Dulfer.

Io ho passato due giornate piacevoli in compagnia di amici e colleghi in un clima di serenità e di coinvolgimento in cui ho avuto la conferma che in questo evento di aggiornamento gli ingredienti erano azzeccati e che si sono combinati in maniera molto positiva.
Ringrazio le guide e gli istruttori che hanno partecipato e si sono impegnati per la buona riuscita di questa sessione e a tutti auguro una bella estate in montagna.

Andrea Sarchi