
Cosa succede all’UIAGM? Ultime notizie dall’Assemblea generale 2025
L’Assemblea generale dell’UIAGM (IFMGA) si è svolta a inizio novembre a Baden bei Wien, in Austria, ed è stata come sempre un importante momento di confronto e di definizione delle linee future. A cominciare dalle cariche elettive, che vedranno per la prima volta una donna al vertice dell’UIAGM: la svizzera Rita Christen entrerà in carica fra un anno e sarà presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni di Guide alpine per i successivi quattro anni.
Alla guida della Commissione Tecnica è stato invece confermato l’italiano Kurt Walde, già presidente nello scorso direttivo.
Per il Collegio Nazionale Guide alpine italiane hanno partecipato il presidente Martino Peterlongo, presente nel giorno dell’Assemblea, il presidente delle Guide altoatesine Thomas Zelger e Cesare Cesa Bianchi, che ha presieduto ai workshop dedicati al futuro dell’UIAGM e durati l’intera settimana.
Tra le novità più interessanti da annoverare, c’è senz’altro l’approvazione del progetto per la mobilità internazionale sviluppato da Italia e Francia, ora sostenuto anche dagli altri Paesi alpini, ovvero Spagna, Germania, Austria e Svizzera. Il progetto si propone di fare approvare dall’Unione Europea gli standard formativi delle Guide alpine e delle altre figure professionali correlate - ovvero Accompagnatori di media Montana, Maestro di arrampicata e Guida canyoning - allo scopo di rafforzare le figure professionali e migliorare la mobilità internazionale, almeno in ambito europeo. Francia e Italia hanno l’incarico di sviluppare il progetto, nello specifico i referenti sono Christian Trommsdorff e Cesare Cesa Bianchi, membro, quest’ultimo, della commissione Mobilità dell’UIAGM.
Importante anche l’impegno espresso per migliorare i rapporti con UIMLA – Unione Internazionale Associazioni Mountain Leader: anche in questo caso la delega ai lavori è stata affidata a Cesa Bianchi, questa volta insieme all’austriaco Hanno Dönz, past president dell’UIAGM.
«È sempre faticoso far capire che la mobilità non è qualcosa di automatico – spiega Cesa Bianchi -. A oggi esiste lo standard UIAGM di Guida alpina e lo standard UIMLA di International Mountain Leader, ma queste sono entrambe associazioni private con sede in Svizzera. In Italia il Conagai ha portato questi standard come modello di riferimento per la mobilità internazionale presso le autorità governative competenti, e così gli altri Paesi membri dell’UIAGM presso i rispettivi ministeri. Ma si tratta di un impiego ufficioso degli standard, perché poi alla fine il riconoscimento del titolo professionale avviene fra i singoli Stati coinvolti. Uno standard europeo condiviso e riconosciuto invece, non solo renderebbe più fluida la circolazione dei professionisti fra un Paese e l’altro, ma eviterebbe molti tentativi di accesso di figure non adeguatamente qualificate. Naturalmente si tratta di un primo passo a livello europeo, ma guardando lontano l’idea è poi di esportare il modello al di fuori del continente, soprattutto con un occhio ai Paesi che vogliono entrare nell’UIAGM, come Pakistan, Cina e India.»
Proprio la possibile evoluzione di questo progetto ha tenuto alto l’interesse all’interno dell’UIAGM anche da parte di Paesi extraeuropei, che guardano alle Alpi come a un terreno di sperimentazione, un ottimo campo di gioco per verificare la fattibilità di alcune evoluzioni.
«Le Alpi continuano a essere il terreno di gioco preferito – conclude Cesa Bianchi -. Sulle Alpi c’è la maggiore concentrazione di Guide alpine al mondo e quindi quello che succede qui interessa a tutti e interessa tantissimo.»
