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In cordata e in relazione: aspetti psicologici dell’accompagnamento in montagna

PERO, Milano — Un workshop sugli aspetti relazionali della professione di Guida Alpina. È stato questo l’argomento della due giorni organizzata dal Collegio Regionale Guide Alpine Lombardia: un seminario innovativo che ha messo al centro un elemento essenziale del mestiere. Si è svolto nella palestra Rockspot di Pero il 29 e 30 maggio, organizzato nell’ambito della formazione degli Istruttori Guide Alpine, docenti degli Aspiranti Guide, Guide Alpine e Aspiranti Guide.
Nel lavoro della Guida Alpina sono fondamentali un’efficace comunicazione, l’interazione, lo scambio emotivo e dialettico con il cliente. La comprensione e la consapevolezza di questi processi aiutano il professionista a istaurare la giusta relazione con le persone che si trova ad accompagnare in montagna, a vivere meglio e al tempo stesso a far godere all’altro l’esperienza condivisa.
Lavorare come Guida significa avere due passioni – ha spiegato Luca Biagini, presidente del Collegio delle Guide lombarde -. La passione per la montagna è necessaria ma non basta, serve anche quella verso gli altri, bisogna stare bene con le persone per lavorare bene. La professione di Guida alpina è principalmente un lavoro di relazione. Per questo abbiamo ritenuto essenziale introdurre un seminario dedicato a questa tematica nell’ambito della formazione delle Guide”.
Il workshop, coordinato dalla Dottoressa Franca Castelnuovo, psicologa formatrice dell’istituto di Psicosintesi, si è svolto in due giornate. La prima, teorica, è stata dedicata agli Istruttori delle Guide Alpine, alle Guide Alpine e agli Aspiranti Guide; la seconda, pratica, è stata aperta al pubblico, a cui è stata offerta una lezione gratuita di arrampicata.
La Guida è guida non solo per la montagna – ha spiegato la dottoressa Castelnuovo -, per l’ambiente geografico in cui si muove, ma anche per l’insieme della persona, un insieme bio e psico-energetico della persona. Per questo la Guida deve essere attenta a tutti gli aspetti mentali, emozionali, psicologici, spirituali della persona con la quale si trova, per poter armonizzare possibili dissonanze e aiutare il cliente a comprendere certe difficoltà che può vivere. Può aiutare il cliente a comprendersi, a sviluppare il coraggio e può condividere la gioia scaturita dall’aver superato una difficoltà”.
Nel workshop è stato posto l’accento su come portare una persona in montagna significhi accompagnarla a scoprire non solo un ambiente e un’attività ma anche l’aspetto giocoso, gioioso e divertente della vita. Significa essere insieme all’altro nel processo di educazione a ciò che fa sentire bene, felici e realizzati. Una questione non da poco, ha sottolineato la dottoressa Castelnuovo.
La cultura nella quale viviamo – ha detto infatti la psicologa -, facendo un discorso generale, tende ad enfatizzare molto i doveri, il lavoro, gli aspetti se vogliamo anche più pesanti della vita. Molte persone senza accorgersene si abituano a rispondere a queste necessità dimentichi di se stessi, dimentichi del fatto che se non sviluppiamo anche l’aspetto ludico della vita rischiamo di ingrigirci. È importante nutrire il fanciullo che è in noi, perché poi è quella parte che sostiene la gioia di vivere, soprattutto in età avanzata”.

 

Fonte: Ufficio Stampa Guide Alpine Lombardia

Photo: Ufficio Stampa Guide Alpine Lombardia



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